RADAR METEOROLOGICO - CHE COS'È?
Cos'è il radar meteorologico?
Come funziona?
A cosa serve?
Il radar è uno strumento che consente di rilevare la presenza di oggetti distanti, di localizzarli nello spazio e di ottenere informazioni sulla loro natura fisico-geometrica. Nel caso particolare di un radar meteorologico, tali oggetti sono tipicamente le idrometeore, siano esse gocce di pioggia oppure neve, grandine o pioggia ghiacciata. Il radar genera un impulso elettromagnetico che viene focalizzato da un’antenna e trasmesso nell’atmosfera (fascio radar). Gli oggetti che si trovano lungo il percorso di tale impulso elettromagnetico (le idrometeore, per esempio) diffondono nell’ambiente circostante l’energia elettromagnetica da cui vengono investiti. Parte di tale energia viene retrodiffusa verso il radar. L’antenna ricevente riceve la radiazione retrodiffusa e la invia ad un apparecchio detto ricevitore. Tramite l’analisi delle proprietà di tale segnale è possibile conseguire diverse informazioni circa l’insieme delle idrometeore osservate, come la loro distanza rispetto all’antenna radar, le loro dimensioni, e la loro velocità di spostamento rispetto al radar. Poiché l’intensità di precipitazione è funzione del volume delle gocce e della loro velocità di caduta (funzione anch’essa del diametro delle gocce), le informazioni ricavate dal radar consentono una stima indiretta dell’intensità di precipitazione in atto.
Il radar meteorologico ha esteso e perfezionato considerevolmente la possibilità di osservare in tempo reale, con elevata risoluzione spaziale e temporale, la struttura dei campi di precipitazione. In particolare, il radar ha dimostrato una notevole efficacia nel monitoraggio dei fenomeni a spiccata caratterizzazione locale, quali, ad esempio, le celle temporalesche.
La possibilità di prevedere l’evoluzione temporale di un campo di precipitazione a partire dalla sua osservazione tramite radar discende dalla continuità spaziale di tale osservazione relativa ad una regione piuttosto vasta. Confrontando fra loro mappe successive di precipitazione radar è possibile pervenire ad una sintetica descrizione della dinamica dell’evento meteorico, individuando una direzione di spostamento dell’idrometeora. Negli schemi più semplici, la previsione agli istanti successivi viene conseguita operativamente estrapolando gli ultimi campi di precipitazione osservati nella direzione ed alla velocità del moto precedentemente identificato. Procedure previsionali più evolute consentono di tenere in conto anche gli aspetti di crescita e di decadimento delle celle convettive eventualmente presenti nel campo di precipitazione osservato. Si tratta, in questi casi, di modelli meteorologici semplificati che consentono di utilizzare l’informazione radar disponibile sul contenuto di acqua in forma liquida della colonna atmosferica al fine di pervenire ad una simulazione numerica del fenomeno e ad una sua previsione. Nell’ambito di tali schemi modellistici è possibile l’uso combinato del radar meteorologico e del satellite.
E’ evidente che schemi previsionali come quelli appena delineati possono essere sufficienti quando l’orizzonte temporale di previsione di interesse è pari a qualche ora. Previsioni quantitative di precipitazione su orizzonti temporali più prolungati sono conseguibili, evidentemente con minore accuratezza, solamente utilizzando modelli numerici di previsione. Solitamente, i modelli a scala sinottica dei principali centri meteorologici europei (Reading, Offenbach), maggiormente affetti da errori proprio su regioni ad orografia complessa come quella qui considerata, risultano inidonei a evidenziare la distribuzione spaziale di dettaglio della nuvolosità e delle precipitazioni. I modelli ad area limitata, che utilizzano le previsioni dei modelli sinottici quali condizioni al contorno e consentono la rappresentazione dei fenomeni meteorologici su una griglia più fine, sono generalmente indicati come maggiormente affidabili nella previsione dei quantitativi di pioggia. Tuttavia, anche in questo caso la rappresentazione della struttura orografica fornita dal modello è molto semplificata e gli errori conseguenti possono essere rilevanti. L’esperienza acquisita in questo campo indica che le previsioni numeriche di precipitazione relative a regioni ad orografia complessa sono da usarsi con molta cautela, e che esse devono essere integrate da conoscenze sinottiche e regionali dettagliate, derivate da esperienza acquisita sul territorio. L’uso dell’informazione radar, in questo caso, assume un duplice valore. Da una parte, essa diventa elemento essenziale per la verifica continua, ad ampia scala spaziale, della accuratezza delle previsioni conseguite tramite modelli numerici. Dall’altra, la conoscenza dettagliata degli effetti regionali acquisita tramite l’analisi delle immagini radar consente al previsore una differenziazione regionale della previsione numerica.
Per le ragioni appena indicate, il miglioramento delle previsioni di precipitazione a breve termine sembra conseguibile utilizzando, secondo un albero decisionale, i modelli numerici di previsione e i flussi cospicui di dati forniti, in tempo reale, da radar meteorologico e da satellite.
Tratto da Meteoromagna (http://www.meteoromagna.com/vis_testi.php?curl=meteocenter&idtesto=292)
Come funziona?
A cosa serve?
Il radar è uno strumento che consente di rilevare la presenza di oggetti distanti, di localizzarli nello spazio e di ottenere informazioni sulla loro natura fisico-geometrica. Nel caso particolare di un radar meteorologico, tali oggetti sono tipicamente le idrometeore, siano esse gocce di pioggia oppure neve, grandine o pioggia ghiacciata. Il radar genera un impulso elettromagnetico che viene focalizzato da un’antenna e trasmesso nell’atmosfera (fascio radar). Gli oggetti che si trovano lungo il percorso di tale impulso elettromagnetico (le idrometeore, per esempio) diffondono nell’ambiente circostante l’energia elettromagnetica da cui vengono investiti. Parte di tale energia viene retrodiffusa verso il radar. L’antenna ricevente riceve la radiazione retrodiffusa e la invia ad un apparecchio detto ricevitore. Tramite l’analisi delle proprietà di tale segnale è possibile conseguire diverse informazioni circa l’insieme delle idrometeore osservate, come la loro distanza rispetto all’antenna radar, le loro dimensioni, e la loro velocità di spostamento rispetto al radar. Poiché l’intensità di precipitazione è funzione del volume delle gocce e della loro velocità di caduta (funzione anch’essa del diametro delle gocce), le informazioni ricavate dal radar consentono una stima indiretta dell’intensità di precipitazione in atto.
Il radar meteorologico ha esteso e perfezionato considerevolmente la possibilità di osservare in tempo reale, con elevata risoluzione spaziale e temporale, la struttura dei campi di precipitazione. In particolare, il radar ha dimostrato una notevole efficacia nel monitoraggio dei fenomeni a spiccata caratterizzazione locale, quali, ad esempio, le celle temporalesche.
La possibilità di prevedere l’evoluzione temporale di un campo di precipitazione a partire dalla sua osservazione tramite radar discende dalla continuità spaziale di tale osservazione relativa ad una regione piuttosto vasta. Confrontando fra loro mappe successive di precipitazione radar è possibile pervenire ad una sintetica descrizione della dinamica dell’evento meteorico, individuando una direzione di spostamento dell’idrometeora. Negli schemi più semplici, la previsione agli istanti successivi viene conseguita operativamente estrapolando gli ultimi campi di precipitazione osservati nella direzione ed alla velocità del moto precedentemente identificato. Procedure previsionali più evolute consentono di tenere in conto anche gli aspetti di crescita e di decadimento delle celle convettive eventualmente presenti nel campo di precipitazione osservato. Si tratta, in questi casi, di modelli meteorologici semplificati che consentono di utilizzare l’informazione radar disponibile sul contenuto di acqua in forma liquida della colonna atmosferica al fine di pervenire ad una simulazione numerica del fenomeno e ad una sua previsione. Nell’ambito di tali schemi modellistici è possibile l’uso combinato del radar meteorologico e del satellite.
E’ evidente che schemi previsionali come quelli appena delineati possono essere sufficienti quando l’orizzonte temporale di previsione di interesse è pari a qualche ora. Previsioni quantitative di precipitazione su orizzonti temporali più prolungati sono conseguibili, evidentemente con minore accuratezza, solamente utilizzando modelli numerici di previsione. Solitamente, i modelli a scala sinottica dei principali centri meteorologici europei (Reading, Offenbach), maggiormente affetti da errori proprio su regioni ad orografia complessa come quella qui considerata, risultano inidonei a evidenziare la distribuzione spaziale di dettaglio della nuvolosità e delle precipitazioni. I modelli ad area limitata, che utilizzano le previsioni dei modelli sinottici quali condizioni al contorno e consentono la rappresentazione dei fenomeni meteorologici su una griglia più fine, sono generalmente indicati come maggiormente affidabili nella previsione dei quantitativi di pioggia. Tuttavia, anche in questo caso la rappresentazione della struttura orografica fornita dal modello è molto semplificata e gli errori conseguenti possono essere rilevanti. L’esperienza acquisita in questo campo indica che le previsioni numeriche di precipitazione relative a regioni ad orografia complessa sono da usarsi con molta cautela, e che esse devono essere integrate da conoscenze sinottiche e regionali dettagliate, derivate da esperienza acquisita sul territorio. L’uso dell’informazione radar, in questo caso, assume un duplice valore. Da una parte, essa diventa elemento essenziale per la verifica continua, ad ampia scala spaziale, della accuratezza delle previsioni conseguite tramite modelli numerici. Dall’altra, la conoscenza dettagliata degli effetti regionali acquisita tramite l’analisi delle immagini radar consente al previsore una differenziazione regionale della previsione numerica.
Per le ragioni appena indicate, il miglioramento delle previsioni di precipitazione a breve termine sembra conseguibile utilizzando, secondo un albero decisionale, i modelli numerici di previsione e i flussi cospicui di dati forniti, in tempo reale, da radar meteorologico e da satellite.
Tratto da Meteoromagna (http://www.meteoromagna.com/vis_testi.php?curl=meteocenter&idtesto=292)
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